Mangiare sano ci rende persone migliori, ci rende persone rispettose dei protocolli, delle norme, della legalità.
Le frodi alimentari riguardano la produzione ed il commercio di alimenti che non rispettano le leggi in vigore nel settore agroalimentare. Sono un vero disastro per i consumatori e si dividono in due tipologie: commerciali e sanitarie.
Le frodi commerciali non arrecano danni diretti alla salute dei consumatori e consistono nell’ottenere profitti illeciti attraverso varie manipolazioni.
Le frodi sanitarie sono quelle che presuppongono una responsabilità nell’arrecare danni alla salute pubblica.
Le frodi più comuni riguardano l’adulterazione, la contraffazione, la sofisticazione e l’alterazione.
Per adulterazione si indica l’alterazione della struttura originale di un cibo, sostituendo alcuni suoi elementi con altri estranei di qualità inferiore.
La sofisticazione è l’aggiunta di sostanze estranee alla composizione normale di un alimento. In tal modo è alterata la struttura originale per simulare una genuinità del prodotto. I vini sono i protagonisti per eccellenza di questo tipo di frode.
La contraffazione non è altro che una frode tesa a far apparire un prodotto come genuino. L’alimento è prodotto inserendo sostanze diverse da quelle che normalmente sono previste.
Quali sono le frodi più diffusi in relazione ai diversi alimenti ?
OLIO DI OLIVA
Sofisticazione con l’aggiunta di oli di semi vari scadenti;
contraffazione utilizzando oli di semi vari colorati;
aggiunta in percentuali inferiori al 20% di olio di semi di nocciola di provenienza turca o oli spagnoli o extracomunitari “deodorati”.
VINO
Impiego di zuccheri diversi da quelli provenienti dall’uva e sottoprodotti vinosi, quali vini anomali, ultra torchiati, fecce e additivi ad uso enologico non consentiti;
utilizzo di uve da tavola, non adatte alla vinificazione, per la produzione di vini, spacciati poi come I.G.T.,
D.O.C. o D.O.C.G.;
aggiunta a vini di bassa gradazione o annacquati di metanolo (gravissima “frode tossica”).
PESCE
Vendita di prodotti scongelati per freschi;
vendita di prodotti di allevamento per prodotti pescati in mare;
vendita di specie diverse da quelle dichiarate;
vendita di prodotti trattati con additivi per mascherare un preesistente stato di alterazione.
LATTE
Annacquamento con o senza salagione e scrematura;
ricostituzione di latte in polvere;
latte inacidito neutralizzato con l’aggiunta di alcali;
aggiunta di acqua ossigenata per ridurre la carica batterica elevata.
PANE E PASTA
Vendita di pane a pezzi e non a peso;
vendita di pane ricco di umidità e quindi più pesante per non essere stato portato alla cottura dovuta;
vendita di pane speciale con l’impiego di grassi diversi da quelli consentiti;
vendita di pasta di semola di grano duro ottenuta con la miscelazione di sfarinati di grano tenero.
CARNE
Vendita di carni provenienti da animali ingrassati con sostanze non consentite (ormoni, tireostatici, ecc.);
vendita di carni contenenti residui di medicinali il cui uso non è stato dichiarato e senza l’osservazione di sospensione tra il trattamento stesso e l’avvio alla macellazione;
vendita di carni della stessa specie ma di qualità diversa;
vendita di carni di specie diverse ( carne di bufalo per carne vaccina)
vendita di tagli meno pregiati per tagli pregiati (lombata del quarto anteriore per lombata del quarto
posteriore o filetto).
Ma analizziamo cosa significa prevenire tutto questo
La cosa più importante è saper analizzare uno strumento che il consumatore ha a sua disposizione e
provare a decifrare tutto quello che può fornire come informazioni. Stiamo parlando dell’etichetta, il primo baluardo a difesa del compratore è l’essenza del produttore onesto e rispettoso delle norme del pacchetto igiene e delle sue successive modifiche;
credeteci quando vi diciamo che analizzare un’etichetta non è cosa facile.
Le informazioni da inserire sulle etichette degli alimenti sono disciplinate dalla normativa europea –
Regolamento UE 1169/2011.
Questa si applica a tutti gli operatori del settore e in tutte le fasi della catena alimentare, quando l’alimento è destinato al consumatore finale.
La normativa facilita il raggiungimento dei 4 principali obiettivi dell’UE:
Garantire un elevato grado di protezione dei consumatori;
garantire la libera circolazione di alimenti sicuri e sani;
assicurare il diritto all’informazione sugli alimenti consumati;
permettere ai consumatori di compiere scelte consapevoli relative agli alimenti ed evitare pratiche che possano indurli in errore.
Le informazioni che devono essere incluse nell’etichetta di un prodotto alimentare sono:
Denominazione dell’alimento;
elenco e quantità degli ingredienti;
indicazione di qualsiasi sostanza che provochi allergie o intolleranze
quantità netta dell’alimento;
termine minimo di conservazione o la data di scadenza
condizioni particolari di conservazione e/o condizioni di impiego
nome o ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare responsabile del prodotto e
della sua sicurezza;
paese di origine o luogo di provenienza, quando previsto – come specificato nel prossimo paragrafo
istruzioni per l’uso, nei casi in cui sono necessarie per un uso adeguato dell’alimento;
titolo alcolometrico volumico effettivo, per le bevande che contengono un quantitativo di alcol in volume
maggiore dell’1,2%
dichiarazione nutrizionale.
Per denominazione dell’alimento si intende il suo nome per intero indicativo e specifico
Per gli ingredienti invece questi devono essere riportati tutti, comprese le loro percentuali e deve essere
indicata anche la capacità di alcuni di questi, di produrre allergie e intolleranze. Di seguito riportiamo l’elenco degli allergeni per una maggiore comprensione:
- Cereali contenenti glutine: grano, segale, orzo, avena, farro
- Crostacei e prodotti a base di crostacei
- Uova e prodotti a base di uova
- Pesce e prodotti a base di pesce
- Arachidi e prodotti a base di arachidi
- Soia e prodotti a base di soia
- Latte e prodotti a base di latte
- Frutta a guscio: mandorle, nocciole, noci, noci di acagiù, noci di pecan, noci del Brasile, pistacchi, noci macadamia e i loro prodotti
- Sedano e prodotti a base di sedano
- Senape e prodotti a base di senape
- Semi di sesamo e prodotti a base di semi di
sesamo - Anidride solforosa e solfiti • Lupini e prodotti a base di lupini • Molluschi e prodotti a base di molluschi
Va indicato il peso netto della confezione e la data di scadenza. Vanno ovviamente considerati due
parametri essenziali che possiamo trovare sulla confezione:
- Data di scadenza:
nel caso di prodotti
molto deperibili, la data è
preceduta dalla dicitura “Da
consumare entro il” che rappresenta
il limite oltre il quale il prodotto non deve
essere consumato. - Termine minimo di conservazione (TMC): nel
caso di alimenti che possono essere conservati più a lungo
si troverà la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro
il” che indica che il prodotto, oltre la data riportata, può
aver modificato alcune caratteristiche organolettiche come
il sapore e l’odore ma può essere consumato senza rischi
per la salute
Altro parametro importante da indicare è il paese di produzione nonché i dati del produttore. Il produttore
è tenuto ad indicare il luogo dello stabilimento di produzione e la sede legale dell’azienda.
Fondamentale è la dichiarazione nutrizionale del prodotto. Questa ha un’alta incidenza sul consumatore
attento e rappresenta un’indicazione più specifica necessaria anche alla luce di tutte le intolleranze e le
allergie presenti diagnosticate nella popolazione.
Sono obbligatorie indicazioni su:
- valore energetico
- grassi
- acidi grassi saturi
- carboidrati
- zuccheri
- proteine
- sale
La dichiarazione nutrizionale può essere integrata con l’indicazione su acidi grassi monoinsaturi, acidi grassi
polinsaturi, polioli, amido, fibre. L’indicazione del valore energetico è riferita a 100 g/100 ml dell’alimento,
oppure alla singola porzione. Il valore energetico è espresso come percentuale delle assunzioni di
riferimento per un adulto medio ossia circa 2000 kcal al giorno.